La "memoria dell'acqua" è una presunta capacità dell'acqua di conservare informazioni su sostanze che vi sono state disciolte in passato, anche dopo diluizioni estreme tali da non lasciare praticamente più molecole della sostanza originale. Questa idea è stata inizialmente proposta dal immunologo francese <a href="https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Jacques%20Benveniste">Jacques Benveniste</a> nel 1988.
L'Esperimento Iniziale e le Controversie:
Benveniste pubblicò un articolo su Nature che descriveva esperimenti in cui soluzioni estremamente diluite di anticorpi (diluite al punto da non contenere presumibilmente più una singola molecola dell'anticorpo) sembravano ancora indurre una risposta biologica nei basofili (un tipo di globulo bianco). Questo suggeriva, secondo Benveniste, che l'acqua avesse una "memoria" della sostanza originaria.
La pubblicazione suscitò immediatamente un enorme scalpore e scetticismo nella comunità scientifica. Nature pubblicò l'articolo accompagnandolo con un commento in cui esprimeva seri dubbi sulla validità dei risultati e inviò un team investigativo, guidato da John Maddox (il redattore di Nature) per replicare gli esperimenti nel laboratorio di Benveniste.
Risultati Negativi delle Riproduzioni:
Il team investigativo di Nature non riuscì a riprodurre i risultati di Benveniste. Migliorando i controlli e rendendo gli esperimenti "ciechi" (cioè senza che gli sperimentatori sapessero quali campioni stessero analizzando), l'effetto "memoria dell'acqua" scomparve. Il team concluse che i risultati originali di Benveniste erano dovuti a <a href="https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Errori%20sperimentali">errori sperimentali</a>, bias inconsci e un'interpretazione errata dei dati.
Successive Ricerche e Confutazioni:
Nonostante la confutazione di Nature, Benveniste continuò a difendere la sua teoria e condusse ulteriori esperimenti, spesso finanziati da sostenitori dell'<a href="https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Omeopatia">omeopatia</a>. Tuttavia, nessun altro studio indipendente e rigoroso è mai stato in grado di replicare i risultati di Benveniste in condizioni controllate.
L'Omeopatia e la "Memoria dell'Acqua":
La teoria della "memoria dell'acqua" è spesso citata come una possibile (anche se non scientificamente valida) spiegazione del funzionamento dell'omeopatia. I rimedi omeopatici sono spesso diluiti a tal punto da non contenere più molecole della sostanza originale, quindi i sostenitori suggeriscono che l'acqua conservi una "memoria" della sostanza che conferisce al rimedio le sue proprietà terapeutiche.
Consenso Scientifico:
Il consenso scientifico è che la "memoria dell'acqua" non esiste. Non ci sono prove scientifiche credibili che supportino l'idea che l'acqua possa conservare informazioni su sostanze disciolte dopo diluizioni estreme. I presunti effetti osservati sono quasi certamente dovuti a errori sperimentali, bias o interpretazioni errate dei dati. La <a href="https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Meccanica%20quantistica">meccanica quantistica</a> e le proprietà dell'acqua stessa non supportano questa idea.
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